ore 13
Neppure quest'anno mi sottraggo ai pronostici: dico subito che finora non ho indovinato nessun risultato, ma il pareggio di ieri sera sì; ero stato più ottimista sul risultato, accreditando le due formazioni di un potenziale offensivo maggiore; Forlan ha svariato su tutto il fronte, retrocedendo spesso a centrocampo, saltando l'uomo e non di rado riuscendovi, provando la conclusione da lontano e tirando i calci piazzati; una discreta occasione l'ha avuta nel secondo tempo, ma ha calciato al lato un pallone meno facile di quel che sembrasse.
Intendiamoci: io non sono un feticista del gol, uno di quelli che si diverte ssolo se in una partita ci sono almeno cinque o sei reti. Ricordo uno splendido zero a zero fra Juventus e Milan, durante un campionato di inizio anni '90, animato da emozionanti duelli individuali, su tutti Maldini vs Schillaci. Ma la partita di ieri è stata stitica di emozioni, giocata su ritmi bassi, con poche idee e fantasia.
Torno ai pronostici: senza entrare nel merito di ogni singolo incontro, dico che avremo una finale contesa da Olanda e Inghilterra. Finale inedita, fra una squadra che non ha mai vinto la coppa e un'altra che non ha mai vinto nulla oltre Manica. A mio parere vincerà l'Inghilterra di Fabio Capello, che sarà rocciosa in difesa, compatta e propositiva a centrocampo, pungente in attacco. Ho sempre sostenuto, negli ultimi anni, che Wayne Rooney fosse l'attaccante più forte del mondo dal punto di vista tattico e forse anche il più completo. È veloce e resistente, fisicamente prestante, ha un gran tiro, potente e preciso, colpisce ottimamente di testa, sa inserirsi e ha un grande fiuto del gol; è un calciatore immarcabile, perché va a recuperare il pallone in difesa oppure a dettare il passaggio a centrocampo; il segreto del Manchester United campione d'Europa due anni fa è stato proprio la capacità di Rooney e Cristiano Ronaldo di scambiarsi di posizione, CR9 a far da centravanti e Wayne a partire da lontano. La Roma, ricordo bene la partita d'andata giocata in casa, non seppe assolutamente trovare le opportune contromisure.
Partito CR9 (o CR7? Non ricordo quale numero avesse quell'anno al Man UTD), Wayne Rooney è ritornato al centro dell'attacco e ha ripreso a segnare a pioggia, con triplette e quaterne a incorniciare prestazioni sempre eccellenti.
Alle già citate qualità ne aggiungo due: Rooney è giovane (non ha ancora 25 anni) e già molto esperto, avendo disputato gli Europei del 2004 (durante i quali segnò quattro reti in due incontri), i Mondiali del 2006 in Germania (dove fu protagonista di un brutto episodio nella partita contro il Portogallo), due finali di Champions League, di cui una vinta (contro il Chelsea) e un Mondiale per Club (vinto, con gol di Rooney nella finale).
Wayne Rooney potrebbe essere l'arma in più di Capello, ma non so dire se sarà lui il grande protagonista; ha i mezzi per esserlo, per essere la stella del Mondiale, ma ha anche un brutto carattere che potrebbe farlo diventare il flop. Ad ogni modo mi sbilancio molto pronosticando Samuel Eto'o capocannoniere della rassegna, grazie alla semifinale che il Camerun raggiungerà, dopo aver eliminato, fra le altre, i nostri Azzurri. L'altra semifinalista sarà l'Argentina di Messi. Sulla quale va detto ciò che si è detto di Rooney: può dominare il mondiale, ma può anche perderlo da sola. Come tutti gli dei dell'Olimpo, anche Diego Armando Maradona è antropomorfo e capriccioso, perciò ha lasciato inspiegabilmente a casa gente come G. Milito, Cambiasso e Zanetti, portandosi in Sudafrica Veron e soprattutto Martin Palermo, in cui Diego sicuramente rivede un po' di sé stesso, quanto meno nell'essere imprevedibile. gente di cui si fida, al modo in cui un capoclan si fida di certi sgherri sfigurati e non particolamente brillanti, ma che conosce da una vita e che sa, o si illude, che non lo tradiranno mai. Sono scommesse, quelle di Maradona, e non escludo che possano ripagare la sua fiducia. Dopo essersi complicato terribilmente la vita nel corso delle qualificazioni, Diego si è cavato d'impaccio proprio grazie alla fiducia in Martin Palermo, che con la rete al Perù (93° minuto di gioco, sotto il diluvio universale) ha acquisito un credito di riconoscenza infinito. Credito che Diego non ha battuto ciglio nel pagare, portandoselo in Sudafrica. Non escludo affatto, anzi sono sicuro che sarà così, che Palermo debutterà in un Mondiale a quasi trentasette anni suonati (l'età di Cannavaro, che di Mondiali ne ha già disputati tre), dopo aver racimolato, lungo tutto l'arco di una ventennale carriera, poco più di dieci presenze nella seleccion.
Siccome in campo ci si va in undici, più eventualmente tre innesti durante i novanta minuti, si tratta di vedere non tanto chi andrà in campo, quanto chi resterà fuori, in una schiera di frombolieri che non ha pari: Messi, D. Milito, Higuain, Tevez, Aguero e il vecchio Martin. Se costui dovesse ricevere una maglia da titolare, allora l'Argentina rinuncerà a un pezzo da novanta in attacco. Ma è più probabile che Diego, almeno in questo, dimostri un briciolo di saggezza, ritagliando a Palermo brandelli di secondi tempi, per far rifiatare qualche titolare oppure per provare a raddrizzare qualche situazione quasi compromessa. A questo, eventualmente, potrebbe servire Martin Palermo.
C'è però da avere dubbi anche su questo, perché prima di Palermo, nell'ordine che ho elencato, darei fiducia ai colleghi che ho elencato poc'anzi, nell'ordine in cui li ho messi in fila: da Messi, che è il punto di riferimento della squadra (ma che in Nazionale non ha mai brillato quanto a Barcellona), al genero di Diego, Sergio Aguero, che è reduce da una stagione non esaltante come la precedente ma che qualche cosa di buono l'ha fatta. Mi vengono in mente un paio di assist a Forlan nell'ultima finale di Coppa Uefa, vinta dall'Atletico Madrid contro il Fulham.
Ci sono poi altre domande: Milito o Higuain? Scelta difficile, anche se il Milito di quest'anno è davvero dura tenerlo fuori. Insomma, per le scelte di Maradona (non solo queste) passerà il destino della formazione che in molti dicono avere i calciatori migliori. Vedremo come la pensa Diego a partire da oggi pomeriggio, dopo Corea del Sud – Grecia, che si sta giocando e che stanno vincendo gli asiatici.
Intendiamoci: io non sono un feticista del gol, uno di quelli che si diverte ssolo se in una partita ci sono almeno cinque o sei reti. Ricordo uno splendido zero a zero fra Juventus e Milan, durante un campionato di inizio anni '90, animato da emozionanti duelli individuali, su tutti Maldini vs Schillaci. Ma la partita di ieri è stata stitica di emozioni, giocata su ritmi bassi, con poche idee e fantasia.
Torno ai pronostici: senza entrare nel merito di ogni singolo incontro, dico che avremo una finale contesa da Olanda e Inghilterra. Finale inedita, fra una squadra che non ha mai vinto la coppa e un'altra che non ha mai vinto nulla oltre Manica. A mio parere vincerà l'Inghilterra di Fabio Capello, che sarà rocciosa in difesa, compatta e propositiva a centrocampo, pungente in attacco. Ho sempre sostenuto, negli ultimi anni, che Wayne Rooney fosse l'attaccante più forte del mondo dal punto di vista tattico e forse anche il più completo. È veloce e resistente, fisicamente prestante, ha un gran tiro, potente e preciso, colpisce ottimamente di testa, sa inserirsi e ha un grande fiuto del gol; è un calciatore immarcabile, perché va a recuperare il pallone in difesa oppure a dettare il passaggio a centrocampo; il segreto del Manchester United campione d'Europa due anni fa è stato proprio la capacità di Rooney e Cristiano Ronaldo di scambiarsi di posizione, CR9 a far da centravanti e Wayne a partire da lontano. La Roma, ricordo bene la partita d'andata giocata in casa, non seppe assolutamente trovare le opportune contromisure.
Partito CR9 (o CR7? Non ricordo quale numero avesse quell'anno al Man UTD), Wayne Rooney è ritornato al centro dell'attacco e ha ripreso a segnare a pioggia, con triplette e quaterne a incorniciare prestazioni sempre eccellenti.
Alle già citate qualità ne aggiungo due: Rooney è giovane (non ha ancora 25 anni) e già molto esperto, avendo disputato gli Europei del 2004 (durante i quali segnò quattro reti in due incontri), i Mondiali del 2006 in Germania (dove fu protagonista di un brutto episodio nella partita contro il Portogallo), due finali di Champions League, di cui una vinta (contro il Chelsea) e un Mondiale per Club (vinto, con gol di Rooney nella finale).
Wayne Rooney potrebbe essere l'arma in più di Capello, ma non so dire se sarà lui il grande protagonista; ha i mezzi per esserlo, per essere la stella del Mondiale, ma ha anche un brutto carattere che potrebbe farlo diventare il flop. Ad ogni modo mi sbilancio molto pronosticando Samuel Eto'o capocannoniere della rassegna, grazie alla semifinale che il Camerun raggiungerà, dopo aver eliminato, fra le altre, i nostri Azzurri. L'altra semifinalista sarà l'Argentina di Messi. Sulla quale va detto ciò che si è detto di Rooney: può dominare il mondiale, ma può anche perderlo da sola. Come tutti gli dei dell'Olimpo, anche Diego Armando Maradona è antropomorfo e capriccioso, perciò ha lasciato inspiegabilmente a casa gente come G. Milito, Cambiasso e Zanetti, portandosi in Sudafrica Veron e soprattutto Martin Palermo, in cui Diego sicuramente rivede un po' di sé stesso, quanto meno nell'essere imprevedibile. gente di cui si fida, al modo in cui un capoclan si fida di certi sgherri sfigurati e non particolamente brillanti, ma che conosce da una vita e che sa, o si illude, che non lo tradiranno mai. Sono scommesse, quelle di Maradona, e non escludo che possano ripagare la sua fiducia. Dopo essersi complicato terribilmente la vita nel corso delle qualificazioni, Diego si è cavato d'impaccio proprio grazie alla fiducia in Martin Palermo, che con la rete al Perù (93° minuto di gioco, sotto il diluvio universale) ha acquisito un credito di riconoscenza infinito. Credito che Diego non ha battuto ciglio nel pagare, portandoselo in Sudafrica. Non escludo affatto, anzi sono sicuro che sarà così, che Palermo debutterà in un Mondiale a quasi trentasette anni suonati (l'età di Cannavaro, che di Mondiali ne ha già disputati tre), dopo aver racimolato, lungo tutto l'arco di una ventennale carriera, poco più di dieci presenze nella seleccion.
Siccome in campo ci si va in undici, più eventualmente tre innesti durante i novanta minuti, si tratta di vedere non tanto chi andrà in campo, quanto chi resterà fuori, in una schiera di frombolieri che non ha pari: Messi, D. Milito, Higuain, Tevez, Aguero e il vecchio Martin. Se costui dovesse ricevere una maglia da titolare, allora l'Argentina rinuncerà a un pezzo da novanta in attacco. Ma è più probabile che Diego, almeno in questo, dimostri un briciolo di saggezza, ritagliando a Palermo brandelli di secondi tempi, per far rifiatare qualche titolare oppure per provare a raddrizzare qualche situazione quasi compromessa. A questo, eventualmente, potrebbe servire Martin Palermo.
C'è però da avere dubbi anche su questo, perché prima di Palermo, nell'ordine che ho elencato, darei fiducia ai colleghi che ho elencato poc'anzi, nell'ordine in cui li ho messi in fila: da Messi, che è il punto di riferimento della squadra (ma che in Nazionale non ha mai brillato quanto a Barcellona), al genero di Diego, Sergio Aguero, che è reduce da una stagione non esaltante come la precedente ma che qualche cosa di buono l'ha fatta. Mi vengono in mente un paio di assist a Forlan nell'ultima finale di Coppa Uefa, vinta dall'Atletico Madrid contro il Fulham.
Ci sono poi altre domande: Milito o Higuain? Scelta difficile, anche se il Milito di quest'anno è davvero dura tenerlo fuori. Insomma, per le scelte di Maradona (non solo queste) passerà il destino della formazione che in molti dicono avere i calciatori migliori. Vedremo come la pensa Diego a partire da oggi pomeriggio, dopo Corea del Sud – Grecia, che si sta giocando e che stanno vincendo gli asiatici.
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