sabato 26 giugno 2010

Il destino nel nome

Roma, sabato 26 giugno 2010

L'alba del giorno dopo

Come redattore di un diario di questi mondiali e soprattutto come blogger sto perdendo colpi. Non posso negare di essere stato poco assiduo in questi giorni, caratterizzati da strade divorate in automobile, soste precarie, pianti e sorrisi di bambini, vestizioni e svestizioni, sudore e bevute. Fra il Mundial e il matrimonio di Livio e Roberta ho dovuto necessariamente scegliere e penso di aver scelto bene. Ciò premesso e fatti loro gli auguri di un magnifico Viaggio, mi ricompongo nei panni di appassionato commentatore non professionale.

Avevo faticato a trovare un calciatore che potesse essere la rivelazione della rassegna, e ora mi pare di averlo trovato: Luis Suarez, 23 anni, uruguagio, punta dell'Ajax. Il destino nel nome. Tre reti nelle ultime due partite, fondamentali le ultime due per accedere ai quarti di finale, spettacolare il secondo. Parlo non avendo visto che poche immaagini: si muove molto, è rapido, ha un piede (sinistro) molto preciso, lavora sodo ed ha il senso del gol. Nel campionato olandese ha segnato valanghe di reti e sono convinto che, al termine della manifestazione, sarà al centr dell'attenzione dei grandi club europei.

L'attacco uruguagio ha preso una forma incoraggiante: Forlan è un leader, una punta esperta e un creatore di gioco (eccezionale il suo lavoro in occasione del primo vantaggio); Cavani non canta, ma porta egregiamente la croce; Suarez ha nel piede i colpi decisivi. Solidissima anche la difesa, quantunque il pareggio coreano (prima rete subita durante il mondiale) sia frutto di un'incomprensione fra Muslera e Fucile.

Superando gli USA dopo i tempi supplementari, il Ghana affianca il Camerun (1990) e il Senegal (2002), uniche formazioni africane ad aver mai raggiunto i quarti di finale in una Coppa del Mondo. Quantunque provi simpatia (nel calcio) per gli Stati Uniti, mi allieta sapere che c'è ancora un pezzetto d'Africa in questo mondiale africano.

Affrontare l'Uruguay nei quarti non è una benedizione, ma lascia margini per poter sognare un posto solitario nella storia: francamente me lo auguro, ma vedo favorita la Celeste di Tabarez.

Germania – Inghilterra, che si disputerà domani, è un pezzo importante di storia del calcio; mi vengono in mente la finale di Webmley del 1966, vinta dagli inglesi grazie a un gol fantasma ai supplementari, e la rivincita trent'anni dopo, all'Europeo del 1996, sempre a Wembley, lo sguardo vitreo di Southgate dopo il rigore fallito e la Germania che va in finale e la vince. Se lo ricorderanno bene Oliver Bierhoff (attuale team manager della Germania) e Andreas Koepke (preparatore dei portieri), che quell'Europeo lo vissero da grandi protagonisti.

Uruguay – Corea del Sud 2 – 1 [Suarez, Lee, Suarez]

USA – Ghana 1 – 2 [Boateng, Donovan rig., Gyan]

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