sabato 5 giugno 2010

Per chi ci appassioneremo? (Antefatto)

A chi ci appassioneremo, si chiede l'Italia. Nel 1970 il Paese a spaccare l'Italia c'erano Rivera e Mazzola; nel 1994 Baggio e Zola; nel 1998 Baggio e Del Piero; nel 2002 e nel 2006 Del Piero e Totti: per chi ci infervoreremo, Italiani che non siamo altro, in questo 2010 sudafricano? Per Pepe e Quagliarella? Il numero 10 Lippi lo ha assegnato a Di Natale: più che meritato, considerando i convocati, ma erano davvero i migliori? Quattro anni fa, sull'esclusione di Cassano nessuno ebbe alcunché da ridire. Era un giocatore impresentabile, ombra, nel Real Madrid, del folletto che aveva conquistato Roma e la Nazionale agli Europei portoghesi. Quest'anno? Se la stagione di Antonio Cassano fosse stata deludente, è probabile che la Sampdoria non sarebbe arrivata ai preliminari di Champions League. È pur vero che Antonio, pur maturato rispetto a un passato non troppo remoto, qualche grattacapo a Del Neri deve pur averlo dato, se è rimasto fuori rosa per più di una domenica; la sua sfortuna, forse, è che durante la sua assenza il gruppo blucerchiato sia riuscito a cavarsela egregiamente: Pozzi e Pazzini non lo hanno fatto rimpiangere e la Samp ha macinato punti preziosi; questo potrebbe aver convinto definitivamente Lippi che Cassano non sia un giocatore indispensabile; a Cassano, sono convinto, non hanno neppure giovato certe dichiarazioni, rilasciate prematuramente, circa la convinzione che Lippi non lo avrebbe portato in Sudafrica; tanto ne era convinto, Fantantonio, da fissare il matrimonio durante i Mondiali. Auguri.

Capitolo Totti. Ci possono essere varie buone ragioni per non aver portato Totti ai Mondiali: il suo abbandono alla Nazionale nel 2006, come argomento, vale solo in parte, perché Lippi stesso l'ha lasciata, per dedicarsi alla vela e alla pesca, e poi riprendersela nel 2008; la lascerà nuovamente a luglio: che sia allergico agli Europei?

Varie buone ragioni per non portare Totti, dicevo: Totti è un magnifico giocatore sul viale del tramonto: gioca da fermo, ma talvolta incanta; giriamo la frase: talvolta incanta, ma gioca da fermo. All'Italia serve gente che oltre a toccar bene la palla e a segnare corra (Di Natale), granatisca di poter giocare più partite in pochi giorni e non si infortuni faccilmente. Tutto questo, al Totti del 2010, manca. Inoltre, l'inqualificabile gesto durante la finale di Coppa Italia (calcione a Balotelli) può aver condizionato Lippi, anche se lui dice di no.

L'immaturità caratteriale è costata sicuramente il Mondiale all'altro protagonista di questa brutta vicenda, la vittima: Mario Balotelli. Non ci sono ragioni tecniche che possano giustificare la sue esclusione. Si può discutere sui criteri con cui Lippi scelga i giocatori e sul peso che attribuisca alla disciplina, alla tecnica e alla fantasia, ma tant'è: l'allenatore è lui, la sua condotta è sempre stata coerente, in questo senso. Balotelli avrebbe potuto gestire assai meglio le proprie chance.

Giuseppe Rossi, invece, è stato escluso per scelta tecnica; giudicatoo fuori forma ed accantonato per far posto a Quagliarella, che stasera ha ripagato la fiducia di Lippi con la rete del pareggio contro la Svizzera. In tanta assenza di campioni, col numero dieci sulle spalle di Di Natale (tecnicamente è in grado di far quasi di tutto, ma non ha l'esperienza internazionale: due anni fa, all'Europeo, è stato un mezzo flop), era proprio doveroso rinunciare a Rossi? L'anno scorso, in Confederation Cup, aveva fatto il suo. Quest'anno avrebbe potuto far comodo: avrebbe garantito tecnica, fantasia, un pizzico di giovinezza in un attacco attempato. La stagione sotto tono col Villareal, come giustificazione, vale poco: se Lippi avesse seguito questo criterio con tutta la rosa, certamente avrebbe lasciato a casa Cannavaro, che invece giocherà titolare; l'annata nera della Juventus avrebbe fatto correre rischi anche a Camoranesi, Buffon, Marchisio e forse perfino Chiellini (Iaquinta è stato lungamente assente per infortunio e i guai della Juve sono cominicati proprio in coincidenza del suo stop). Invece ne hanno fatto le spese soalemente Legrottaglie e Grosso. Neppure De Rossi ha giocato un campionato strepitoso, eppure sarà in Sudafrica; Gattuso è stato spesso in panchina al Milan, dove gli è stato quasi sempre preferito Ambrosini (non convocato da Lippi).

Lippi ha detto che la cattiva annata di alcuni uomin-chiave, Cannavaro e la difesa della Juventus su tutti, non lo spaventava affatto; anzi, la voglia di riscatto potrebbe agire da propulsore ulteriore. Allora, dico io, perché lasciare a casa Giuseppe Rossi?

Ci presentiamo in Sudafrica con le toppe, è questa la verità. Con un capitano senza contratto, praticamente un ex giocatore, e il playmaker infortunato, sull'orlo del ritiro (Pirlo). Due giorni fa, un Messico giovane e dinamico, ci ha macellati; la Gazzetta scrive che contro la Svizzera, oggi, ci siamo comportati meglio, ma va detto che la Svizzera non vale il Messico. Va anche detto oggi hanno giocato le seconde linee, d'accordo, ma l'irriverenza con cui Inler è penetrato nella nostra difesa ed è andato al tiro dell'uno a zero è preoccupante. L'azione ha ricordato molto quella del gol di Zambrotta contro l'Ucraina, in Germania.

La Gazzetta invita alla tranquillità, dà per morta la Francia che perde in casa contro la Cina, gongola sui passi falsi delle nostre avversarie del girone e aggiorna l'elenco dei calciatori infortunati che salteranno o rischieranno di saltare la rassegna. Qualche nome: Beckham, Ballack, Essien, Drogba, Pirlo (pronto Cossu?) e Robben.

Amichevoli, infortuni, scommesse, calciomercato e perfino la rottura della tibia e del perone di Valentino Rossi, oggi, passano in secondo piano. In primo lasciatemi mettere Francesca Schiavone, regina del Roland Garros di Parigi, vincitrice in due set contro l'australiana Stosur, una partita praticamente perfetta, mai un errore nei momenti decisivi, mai una scelta azzardata, tanta corsa e colpi misurati, a rete quando serviva e un servizio più che efficiente. Era un po' che non lo guardavo, ma il tennis è sempre un gran bello sport. Grazie, Francesca.

Doveva essere solo un breve antefatto, perché alle danze africane manca ancora qualche giorno. Ci sarebbe altro da dire, recupereremo presto.

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