Francoforte sul Meno, venerdì 2 luglio 2010
Ore 23.29
Il cucchiaio di Abreu, già pallonetto, cancella il sogno di vedere una squadra africana nella semifinale di un campionato mondiale di calcio. Mai ci si era andati così vicini: durante i novanta minuti regolamentari il Ghana ha creato qualcosa in più degli avversari; durante i supplementari la superiorità degli africani è diventata schiacciante, fino a produrre, al 120°, l'occasione più ghiotta per il definitivo vantaggio. Parando con le mani il colpo di testa di Adiyah, Suarez ha sacrificato la propria presenza nella molto eventuale serie dei calci di rigore e nella ancor più improbabile semifinale; adesso immagino che in patria sia un eroe. Così come Muslera, che ha serie colpe sul vantaggio di Muntari e sull'azione dell'ultimo secondo dei supplementari, ma che ha parato due rigori che hanno permesso ad Abreu di calciare quello decisivo. Entrambe le reti segnate durante i tempi regolamentari sono il risultato della complicità fra l'incertezza dei portieri e le traiettorie dello Jabulani.
Non riesco a immaginare il rammarico di un Ghana a pochi centimetri dalla storia, tanti quanti lo spessore di una traversa; gli stessi, curiosamente, che erano mancati al Giappone per raggiungere gli storici quarti di finale.
Il Brasile è fuori: la cosa è tanto più sorprendente se si considera che i verdeoro hanno disputato un primo tempo maiuscolo, mettendo in evidenza le lacune difensive degli avversari e un gioco spumeggiante, fatto di incursioni centrali e di triangolazioni velocissime fra gli attaccanti; Kaka sembrava pià ispirato delle partite precendenti e Robinho era in grande forma.
A cambiare volto alla partita è stato un solo giocatore, Felipe Melo; il pasticcio difensivo sul cross di Sneijder ha tramortito il Brasile e rivitalizzato l'Olanda; la sua errata marcatura su Sneijder ha favorito la seconda rete e l'espulsione per un fallaccio sullo stesso Sneijder (che ha messo lo zampino in tutti e tre gli episodi decisivi) ha ulteriormente indebolito un Brasile ormai in difficoltà.
Dunga, come Lippi, si assume ogni responsabilità dell'eliminazione, ma francamente non saprei come rimproverarlo; eccezion fatta per i disastri di Melo (che nelle partite precedenti era stato dignitoso e che nel primo tempo aveva propiziato il vantaggio di Robinho), la squadra ha giocato bene, per metà partita assai meglio degli avversari; i quali hanno avuto due meriti: compattare la difesa dopo le difficoltà della prima mezz'ora e non perdere mai la speranza e la calma.
Dunga aveva avuto il merito, dopo la partita contro la Costa d'Avorio, di sostituire Elano con Dani Alves, soluzione tattica che non aveva alterato gli equilibri della squadra, potenziandone semmai la capacità difensiva. L'ingresso di Nilmar nel finale, ogggi, era una scelta obbligata, date le circostanze.
Dopo il pareggio, le forze olandesi si sono moltiplicate; per contro, il Brasile ha perso brillantezza e sicurezza. Sì, direi che l'episodio dell'autogol abbia completamente trasformato l'inerzia della partita, più o meno come l'errore di Gyan ha invertito la condizione psicologica di Ghana e Uruguay prima dei calci di rigore di stasera. Qualcosa di simile era avvenuto durante i supplementari della finale di quattro anni fa, quando il cartellino rosso di Zidane aveva avuto il sapore di una resa anticipata.
La sopravvivenza dell'Olanda, che partirà avvantaggiata contro l'Uruguay (più stanco, dopo la maratona di stasera), alimenta la mia speranza di vedere in finale almeno una fra le squadre che avevo pronosticato; l'altra finalista, naturalmente, spero che sia la Germania, chiamata all'impresa domani contro l'Argentina ed eventualmente, salvo altre sorprese, mercoledì prossimo contro la Spagna.
Leggo che Ronaldo (l'ex Fenomeno), attraverso Twitter, ha lanciato velate minacce all'indirizzo di Felipe Melo; francamente, benché la prestazione dello juventino sia stata davvero sciagurata, mi chiedo come si permetta di commentarla chi non ha saputo meritarsi la qualificazione. Ronaldo, con tutti gli infortuni che ha avuto, avrebbe avuto ancora la possibilità di essere fra i convocati, se avesse seguito una dieta da atleta e non da ghiottone boccaccesco. Avrebbe potuto essere almeno in panchina, entrare nel secondo tempo (invece di Nilmar) e togliere le castagne dal fuoco. Così, a parole, è facile.
Auguriamoci di vivere anche domani un'altra grande giornata di calcio come quella di oggi.
Olanda - Brasile 2 - 1 [Robinho, F. Melo aut., Sneijder]
Uruguay – Ghana 5 – 3 [1 – 1 dopo i tempi supplementari (Muntari, Forlan); tiri di rigore: Forlan, Gyan, Victorino, Appiah, Scotti (Mensah, Maxi Pereira, Adiyah), Abreu]
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